L’ospedale che (ri)vogliamo

📰 Questo è un articolo pubblicato originariamente sulla versione cartacea de La Spinta, Quarta uscita di Marzo 2021. Visita l'archivio e scarica le precedenti uscite.

Le richieste per integrare l’ospedale Carlo Ondoli in un piano provinciale

La scarsa capacità organizzativa della politica governativa e locale nonché la riduzione costante dei finanziamenti nella sanità hanno condotto a fare scelte di ridimensionamento che comportano forti penalizzazioni per il cittadino. Alcuni dati numerici: ogni anno in Italia si laureano 19.000 medici mentre le borse di studio per le specialità sono 8500. L’“eccellenza sanitaria lombarda” aumenta solo di 55 unità all’anno il numero di borse per
specialità dietro l’Emilia Romagna (100) e il Veneto (90). Con questi numeri si prevede che in Lombardia nell’anno 2025 mancheranno 1920 medici specialisti.
Questa “perversione sanitaria” potrebbe anche iniziare ad avere un’inversione di tendenza se i dirigenti delle ATS fossero valutati non solo per i risparmi ottenuti nella gestione dell’immediato ma anche per l’efficacia nella risoluzione dei problemi a lungo termine.
Un’ipotesi per risolvere utilmente il problema della carenza di specialisti
ed evitare la conseguente chiusura di reparti potrebbe essere il rendere
appetibile per i medici europei il lavoro in Italia.
Angera nel 2018 aveva piĂą di 3.000 dimissioni e piĂą di 300.000 prestazioni
ambulatoriali, il Pronto Soccorso nonostante le difficoltà svolgeva a pieno ritmo il suo compito. In altre parole l’ospedale Ondoli aveva saputo svolgere fino a pochi anni fa il compito di struttura intermedia tra la medicina del territorio e i centri poli-specialistici, poi è stato abbandonato a se stesso e svuotato di numerosi servizi essenziali per la popolazione.
Paradossalmente per risollevare le sorti del nostro ospedale occorrerĂ  fare affidamento sulla recente esperienza pandemica la quale ha evidenziato come piccole strutture sanitarie diffuse nel territorio siano in grado di affrontare meglio i problemi di tipo epidemiologico e che quindi meritino una maggiore considerazione.
A dicembre il gruppo Allea ha pubblicato e portato sui tavoli tecnici di lavoro un’analisi dello stato attuale del Carlo Ondoli seguita da richieste di potenziamento della struttura per renderla nuovamente funzionale. Ne riportiamo una sintesi (Qui il progetto completo).
Come si evidenzia dall’analisi delle attivitĂ  svolte all’interno della struttura
ospedaliera, alla fine del 2018, l’offerta sanitaria era in grado di soddisfare molte delle richieste assistenziali primarie della popolazione. Oggi non lo è piĂą in quanto molti reparti e servizi sono stati chiusi o rimaneggiati.
Altro aspetto non secondario da sottolineare è la completa autonomia
finanziaria dell’ospedale alla fine del 2018: in pratica con l’attivitĂ  svolta (ricoveri-ambulatori) i DRG (Diagram-related-group) erano positivi e pertanto l’ospedale si autofinanziava. Paradosso della politica sanitaria sino a qui seguita: struttura funzionante, economicamente sana, la si lascia morire anzichĂ© rilanciarla.
Per la stessa patologia una Struttura Ospedaliera molto complessa ha lo
stesso rimborso che ha una struttura piĂą semplice, ma a fronte di spese
maggiori dovute alla complessità dell’Ospedale. Il che vuol dire che, dove non sono richieste particolari attrezzature, l’ospedale ha un costo per giornata di degenza più basso. La semplicità delle struttura non è sinonimo di inefficienza. Infatti il maggior numero di ricoveri in generale e in Lombardia in particolare viene fatto per patologie che non richiedono attrezzature molto costose. Fino al 2018, prima del passaggio dell’Ospedale di Angera nell’ASST di Varese, il nostro ospedale aveva questo compito, ovvero fornire prestazioni utili e numerose a basso impatto economico e trattare patologie anche complesse ma con scarsa necessità di mezzi diagnostici di elevata complessità o di tipo invasivo. E faceva egregiamente fronte alle necessità del territorio, al punto che con i DRG venivano abbondantemente coperte le spese strutturali.
Alcuni reparti erano addirittura i più “virtuosi” di tutta l’Azienda Valle
Olona. La perdita di prestazioni e di ricoveri ospedalieri non impoverisce solo l’ospedale ma aumenta le spese sociali del territorio e allunga i tempi di attesa. L’età della popolazione è visibilmente in aumento e le prestazioni vengono richiestesempre di più a paziente anziani con difficoltà negli spostamenti. Questo comporta che gli stessi vengano accompagnati, oltre tutto con mezzi privati, per l’esecuzione di accertamenti che potrebbero essere eseguiti con minore spesa sociale e tempi di attesa più bassi se eseguiti in un territorio prossimo all’abitazione. Ora, le prestazioni sono state ridotte o addirittura abolite e non sono stati nemmeno forniti mezzi pubblici per lo spostamento dei pazienti. In pratica la “Centralizzazione”
delle prestazioni comporta un elevato aumento di costi e di disagi. Il trasferimento della geriatria ad Angera con la conseguente chiusura
della Medicina è una scelta sbagliata in quanto complica e ostacola l’attivitĂ 
ospedaliera dell’intera ASST con spreco di risorse. Infatti i pazienti anziani che devono essere ricoverati a Varese non essendoci piĂą il reparto geriatrico vengono ricoverati dove c’è posto nei vari reparti; vanno così ad occupare i letti nelle unitĂ  operative specialistiche, diventando di fatto un ricovero incongruo per il reparto ospitante. Altro problema non indifferente causato da questa scelta con la chiusura del reparto di Medicina ad Angera è che i geriatri per loro formazione professionale difficilmente si fanno carico di problematiche diagnostiche e terapeutiche per i pazienti sotto i 60 anni che a questo punto vengono inviati per consulenze o ricovero presso altri ospedali, con conseguente andirivieni di
ambulanze e personale che resta fuori sede per gran parte della giornata,
creando gravi problemi alla funzionalitĂ  del pronto soccorso. Da ultimo, ad Angera vengono ricoverati pazienti provenienti da Malnate, Induno, Venegono… così facendo si allontana l’anziano ricoverato di ulteriori 30-40 km dal suo domicilio e dai suoi famigliari, provocando grave disagio per il paziente fragile giĂ  di suo.
Se l’obiettivo dei Responsabili Aziendali è quello di dare più spazio alla gestione dei pazienti più anziani, sarebbe stato sufficiente integrare il reparto di Medicina con un maggior numero di posti letto per cure subacute e di riabilitazione.
Noi non facciamo polemiche “sganciate dalla realtà” ma riportiamo la reale situazione in cui versa l’ospedale. Il rapporto di fiducia tra cittadini e ospedale è incrinato, non da chi mette in evidenza problematiche e criticitĂ  e auspica un effettivo rilancio della struttura, ma da politici e dirigenti aziendali incapaci, pur avendone i mezzi, di rifondare e rilanciare un ospedale che così com’è versa in uno stato di completo abbandono.

Tabella con reparti, ambulatori e servizi a confronto fra la situazione ante 2018 e ad oggi

Quale futuro auspichiamo per il nostro ospedale?
• RIPRISTINARE in loco i responsabili delle varie unitĂ  operative (Primari e/o unitĂ  semplici), che siano presenti e lavorino all’interno dell’ospedale. Non servono Primari esterni che non si vedono mai e a cui poco importa dell’organizzazione e funzionalitĂ  del reparto. In questo modo si potrĂ  tornare a rendere efficiente la struttura e appetibile a nuovo personale.
• MANTENIMENTO dei reparti di: medicina, chirurgia e ortopedia e
con gli stessi servizi ante 2018.
• POTENZIAMENTO del servizio di radiologia
• RIQUALIFICAZIONE del laboratorio di analisi (con miglioramento del
servizio telematico).
Tutti questi interventi consentiranno di garantire un effettivo supporto al
pronto soccorso.

Inoltre si avanza la richiesta di mantenere i servizi ambulatoriali presenti e aggiungere:
• UROLOGIA: servizio ritenuto essenziale per il nostro territorio
• PNEUMOLOGIA
• DERMATOLOGIA
• pediatria h24 e piena realizzazione del progetto dell’OSTETRICA DI FAMIGLIA
• un potenziamento dell’ambulatorio di NEUROLOGIA
Queste semplici indicazioni ci sembrano le migliori per avere un’organizzazione ospedaliera ottimale, rispondenti alle necessitĂ  sanitarie
della popolazione. Qualsiasi altra soluzione al ribasso è di ripiego e non farà altro che creare cittadini di serie A e di serie B con gravi disparità di trattamenti a carico di questi ultimi.