Canottieri: coraggio o disastro?

📰 Questo è un articolo pubblicato originariamente sulla versione cartacea de La Spinta, Prima uscita di Febbraio 2020. Visita l'archivio e scarica le precedenti uscite.

In fondo al pratone, tra il chiosco, il porto asburgico e il lago, sorgerà un nuovo edificio, già autorizzato sia dalla commissione del paesaggio, sia dalla sovrintendenza: la futura sede della canottieri De Bastiani. Un edificio di circa 120 mq e 4 metri di altezza. Ad oggi possediamo alcune tavole, qualche pianta e sezione, e un paio di fotoinserimenti (per chi volesse abbiamo raccolto tutto il materiale qui).

Vedendo queste poche immagini tanti sono gli interrogativi che sorgono. Un edificio in un luogo finora privo di costruzioni (uno dei pochissimi) a due passi dal lago, in un contesto delicatissimo, presente nei coni ottici del porto, della chiesa, della rocca e del lago (che a volte pure esonda): quale sarà il suo impatto? Come apparirà dal lago? Come dialogherà con la storia che quei monu menti, così cari agli angeresi, continuano a testimoniarci? E ancora qualche domanda di natura tecnica: l’edificio è sufficiente ad ospitare quello che alla canottieri serve? Sarà necessaria una palificazione? I soldi pubblici (cioè di tutti) che vengono utilizzati, non potevano essere impiegati per costruire l’edificio per la canot tieri migliore e/o in un posto diverso?

Questi dubbi nascono, badate bene, non per mancanza di coraggio, ma semmai per il contrario. Costruire in contesti delicati non è proibito, anzi, la storia ci ha mostrato come le architetture migliori nascano quando ci sono grossi vincoli. Renzo Piano stesso è solito dire che la libertà per un architetto non è un grande regalo». Ed è questo allora che ci saremmo aspettati, un edificio in grado di dialogare con l’intorno, di confrontarsi con il porto e la Madonna della Riva, che risalti i coni ottici del lago e valorizzi il contesto paesaggistico nel quale l’edificio nascerà.

Tutto questo non ci sembra che potrà accadere vedendo le prime immagini del progetto. Ed ecco che allora la scelta del luogo, da coraggiosa rischia di trasformarsi in disastrosa, ed è normale pensare, a questo punto, che forse il luogo migliore dove costruire un edificio per la canot tieri sia proprio a fianco del campo sportivo, andando a comporre il primo step di un’operazione più grande di riqualificazione totale dell’area, da fare nel tempo, magari tramite lo scomputo oneri di altri progetti che sono alla porta. La sintesi estrema quindi è che consumiamo altro suolo vergine quando non ce n’era cosi tanto bisogno, con un progetto che lascia molti dubbi, non ne dirò altri oltre quelli espressi, ognuno sarà in grado di giudicare da sé. Di tutta questa storia, quel che è certo è che la Canottieri una sede l’ha bisogno, e se l’è meritata. Se l’è guadagnata a suon di medaglie e di vittorie, di sudore e di pagaiate. Di tutte quelle cose che si ottengono solo in un modo: non accontentandosi della mediocrità.


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