Le sedie e i panettoni che non bastano mai

📰 Questo è un articolo pubblicato originariamente sulla versione cartacea de La Spinta, Prima uscita di Febbraio 2020. Visita l'archivio e scarica le precedenti uscite.

Sono stata invitata con piacere a scrivere poche righe che oltrepassassero i confini comunali. Il piacere è doppio perché a invitarmi a farlo è stato Milo, che mi conosce dai banchi del liceo, che stimo, cui auguro un percorso politico degno delle sue capacità e competenze. Da consigliere alla cultura, mi sono chiesta quale potesse essere il significato e l’affiato di uno scrivere per un Comune che non è il mio. Ho trovato una risposta che consiste nel soffermarmi su alcune criticità, quanto basta però per trovareun’idea ottimista davanti alle criticità stesse.

Mi viene in mente una sera dell’estate trascorsa con un altro assessore alla cultura (nonché amico di gioventù), davanti a uno di quei tramonti con cui il nostro lago sa incantarci, con il viso soddisfatto perché la serata evento stava andando bene, c’era finalmente un mucchio di gente, le sedie non bastavano, e lui si lasciava andare confessandomi quante altre volte si fosse sentito amareggiato davanti a quelle sedie che non si riempivano, alle persone che ti aspetti e che non entrano da quella porta. La porta al di là della quale ciascuno di noi ci ha messo il proprio tempo, l’idea, la collaborazione di altri, qualche soldino (quel che c’é), il significato interiorizzato di “pubblico” che va in cortocircuito spesso con il pubblico che, banalmente, potrebbe non esserci.

Una sensazione deludente, che ho già provato anche io, in pochi mesi. A Monvalle, da dove scrivo, in pochi mesi abbiamo aperto una nuova stagione della biblioteca con attività quali il concerto folk dei The Grapes a fine estate, la presentazione dell’associazione Rotte Contrarie e delle sue xilografie, serigrafie e litografie, i laboratori di lettura curati da Paolo Colombo per i bambini della materna e della primaria, le foto eccelse accompagnate dal racconto dell’alpini sta-affabulatore Silvano Moroni e un ultimo incontro, una serata natalizia dal titolo “il panettone non basto” in onore al libro di Dino Buzzati cui si sono ispira te (per il reading e l’accompagnamento al violoncello) le sorelle Carla ed Elisa betta Soresina con, alla fine, un brindisi di auguri e i dolci tradizionali di molte regioni italiane proprio perché “il panettone non bastasse. Chi mi sta ancora leggendo potrà pensare beh, tanta (o poca) roba Di certo ci troviamo in tempi social, molto social in cui qualche cittadino ha il ditino “feisbucchianamente” facile e scrive sempre questo paese è un mortorio», Un refrain cui dovrò abituarmi, temo, quando avrò esaurito le risposte alla domanda «cosa vorrà mai il cittadino col ditino, libri no, musica no, alpinismo no, cura per i bimbi boh, dolci nemmeno, cosa vorrà mab?

Ho provato perfino a chiederlo direttamente. C’è chi mi ha risposto «boh, la biblioteca non serve, una rotonda, forse una rotonda, là, in quella strada là. Ironicamente dirò che ho appena imparato cosa sono e quanto costano i cordoli, ho ancora molta strada da fare in questo senso. Qualcosa va meglio, credo, nei Comuni in cui tutte le associazioni presenti sul territorio lavorano in sinergia. A volte non accade, per futili motivi di fazione. Ho colto l’invito di Milo, invece, perché ho capito che la strada che vuole percor rere è la mia stessa, provare a puntare sulla cultura pure se è un trend negativo e non va di moda in Italia e perché lo vuole fare “in rete”.

Credo che come il panettone di Buzzati non basti, cosi non basti stare alla porta del nostro evento comunale ad aspettare un possibile pubblico ma sia necessario prendere esempio da altre reti (dall’ottimo Sistema Bibliotecario dei Laghi che giá ci unisce o il festival Lago Cromatico e altri che non cito tutti) e costruire eventi so