L’alternativa geotermica

📰 Questo è un articolo pubblicato originariamente sulla versione cartacea de La Spinta, Sesta uscita di Luglio 2022. Visita l'archivio e scarica le precedenti uscite.

La crisi climatica drammaticamente reale, a cui le attività umane è ormai accertato abbiano contribuito almeno in parte, obbliga ad un ripensamento dello stile dei consumi e delle fonti energetiche da cui attingere. Si tratta di una riflessione a cui siamo tutti obbligati, e le azioni da intraprendere per passare ad un mix di fonti energetiche più sostenibile devono essere intraprese a più livelli, dal singolo cittadino alla dimensione sovranazionale. Questa transizione è stata resa ulteriormente urgente dal tentativo di invasione dell’Ucraina da parte della Russia, che ha reso evidente a tutti l’estrema dipendenza europea nel settore energetico dalla Russia.
Le soluzioni alternative che i governi stanno affannosamente cercando rischiano di essere solo temporanee, e hanno il difetto di spostare il problema semplicemente verso un diverso paese. È evidente ormai a tutti che la maggior parte delle regioni ricche di risorse energetiche fossili siano anche aree ad elevata instabilità politica, e che la continuità della fornitura sia tutt’altro che garantita.
In questo quadro è necessario cercare soluzione alternative, che ci rendano veramente indipendenti da stati terzi e siano a tutti gli effetti rinnovabili. Le fonti energetiche non fossili che oggi vanno per la maggiore soffrono di alcuni problemi, legati all’intermittenza (eolico, solare), alla necessità di grandi quantità di materiali pregiati e la cui produzione è in ogni caso energivora (fotovoltaico in particolare) ed hanno in ogni caso impatto paesaggistico-ambientale non trascurabile (idroelettrico in primis). Al contrario e sorprendentemente, nel paniere di fonti energetiche rinnovabili non si parla mai o quasi del potenziale della geotermia, nonostante l’Italia abbia storicamente avuto un ruolo di primaria importanza nello sviluppo di questa tecnologia, e sia stato lungamente il primo produttore di energia elettrica da fonti geotermiche. Esistono diverse tipologie di impianti geotermici, per la produzione di acqua calda e la produzione energetica, adatti a diversi contesti. Hanno il vantaggio di essere sorgenti continue, affidabili, con tempo di vita utile superiore alle decine di anni. L’Italia ha un grande potenziale in questo senso, sia sulle fonti ad alta temperatura, superiori a 100 gradi (distretto geotermico toscano, ma non solo) sia ed in particolare alla media temperatura, indicativamente tra i 60 e gli 80 gradi. Esistono nel nord Italia almeno tre esempi di reti di teleriscaldamento che sfruttano in parte il calore geotermico, a Ferrara, Vicenza e Grado.
La sfida per gli enti locali, in particolari quelli medio-piccoli, è quella di trovare le risorse, tecniche ed economiche, che consentano di sfruttare efficacemente la risorsa geotermica, magari in maniera consortile o comunque tramite le aziende che si occupano della gestione di altri servizi pubblici (raccolta e smaltimento rifiuti, ciclo dell’acqua) ed abbiano una buona capacità di investimento. Esistono esempi in questo senso per esempio nella Svizzera Francese, dove grazie ad una politica federale e cantonale intelligente sono in corso di ideazione e realizzazione diversi progetti di questo tipo, in grado di riscaldare interi paesi o quartieri cittadini.
In Italia, Paese come detto con grande potenziale geotermico, le isorse da mettere in gioco potrebbero facilmente venire sia dagli investimenti privati sia tramite il finanziamento pubblico: in questo senso il PNRR sarebbe una grandissima occasione. Le risorse tecniche invece sono già ampiamente disponibili, in quanto la riconversione dell’enorme know-how legato alla produzione di idrocarburi (gas in particolare) è estremamente semplice.
Manca però, per motivi sconosciuti anche alla maggior parte degli addetti ai lavori, la spinta e la volontà politica di sfruttare questa risorsa energetica, abbondante, affidabile ed a basso costo.