L’acqua del lago non è mai dolce

📰 Questo è un articolo pubblicato originariamente sulla versione cartacea de La Spinta, Quinta uscita di Settembre 2021. Visita l'archivio e scarica le precedenti uscite.

Bompiani, 2021, Giulia Caminito

L’acqua del lago non è mai dolce di Giulia Caminito, libro vincitore del
premio Campiello e finalista del Premio Strega, rientra nel genere abitualmente definito “romanzo di formazione”.
La Caminito narra una storia di povertà: la vita di una famiglia composta
da quattro figli, da un padre costretto su una sedia a rotelle in seguito a un incidente avvenuto nel cantiere dove lavorava in nero e da una madre, Antonia, donna tenace e combattiva che, con grande determinazione,
tenta di combattere l’emarginazione della famiglia.
Antonia è una donna testarda ed esageratamente orgogliosa, un personaggio forte e ingombrante che condiziona non sempre positivamente
la vita dei figli. La figlia Gaia, protagonista e voce narrante, è una ragazza diversa dai suoi coetanei: indossa abiti fuori moda, ha i capelli tagliati dalla
madre, non possiede televisione e cellulare; viene derisa dai compagni
per il suo modo di essere, considerato troppo “antiquato”.
“Per crescere bisogna faticare, non si è fanciulli a lungo, non verrai
difesa, accudita, abbeverata, ripulita, salvata per sempre. Arriva il
momento in cui tocca a te stare al mondo” le dice la madre. Non le è
stato insegnato ad amare ma viene educata solo alla “fatica del vivere”
e a ricercare con feroce determinazione ciò che non possiede.
Gaia reagisce ad ogni avversità rispondendo con violenza e aggressività.
Il senso di esclusione, la rabbia e la frustrazione le impediscono di emanciparsi dalla sua condizione di infelicità e di raggiungere il possibile riscatto sociale.
Il romanzo è ambientato tra la parte nord di Roma e Anguillara Sabazia
sulla riva del lago di Bracciano, testimone della crescita di Gaia e specchio della sua vita: le acque lacustri non sono mai limpide, nascondono forse un presepe e barche affondate.
Il contesto nel quale l’autrice inserisce i suoi personaggi è l’Italia del ventunesimo secolo, un paese caratterizzato dal precariato, dai tirocinii
gratuiti, dalla disoccupazione: una realtà che non soddisfa le ambizioni
e non ricompensa i tanti sacrifici e le ore passate sui libri.
L’acqua del lago non è mai dolce è un romanzo intenso e profondo che, attraverso una scrittura spesso poetica e sempre coinvolgente, induce alla riflessione lasciando un po’ di amaro in bocca.