Dal direttore IV-2021

📰 Questo è un articolo pubblicato originariamente sulla versione cartacea de La Spinta, Quarta uscita di Marzo 2021. Visita l'archivio e scarica le precedenti uscite.

Polemizzare stanca.
Non è che uno ne abbia tanta voglia, e non crediate che tutti siano come quelle macchiette da bar che, senza sapere di calcio, provano a sostituirsi agli allenatori allestendo la formazione della nazionale, o del Milan, o dell’Inter. Si vorrebbe, ogni tanto, trovare buone qualità nell’avversario,
o in chi non la pensa come noi.
Poter dire: va, mi sbagliavo proprio, non sono d’accordo con lui ma è una brava persona, e mi sembra capace.
Esercizio arduo in Lombardia, dove nell’ultimo anno in campo sanitario è successo di tutto. Oddìo, non che prima si scherzasse: difficile non ricordare l’ex presidente della Regione Roberto Formigoni condannato in via definitiva per corruzione (qualche milione di euro intascato dalla sanità
privata) a cinque anni e dieci mesi di carcere.
Ma nell’ultimo anno il dinamico duo Fontana-Gallera ha fatto i fuochi d’artificio. Il primo, del quale si vantava la moderazione, si è rivelato una sorta di Conan il Barbaro versione piangina. E uno che, peggio dei meridionali un tempo tanto vilipesi dai leghisti, “tiene famiglia”, vedi il pasticcio della fornitura dei camici richiesta al cognato. Il secondo, un avvocato di Forza Italia al quale sarebbe tanto piaciuto fare il sindaco di Milano, si è rivelato una perfetta maschera della commedia dell’arte:
l’incapace, l’inetto. Uno che dice “se l’indice Rt è dello 0,50 servono due persone infette nello stesso momento per contagiami”. Uno che, mentre fa jogging, incapace di leggere i cartelli stradali, sconfina oltre Milano nonostante il lockdown (per gli altri).
Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere per i malati di Covid spediti nelle Rsa quando cominciava la prima ondata, per il mancato tracciamento degli infetti, per l’inutile e deserto ospedale allestito nell’area ex Expo (venti milioni di euro), per la fallimentare campagna di vaccinazione antinfluenzale, per il ritardo con cui sono partiti in Regione i vaccini Covid.
Dopo le sue dimissioni (“Era molto stanco”) abbiamo tirato per qualche giorno un respiro di sollievo.
E, all’annuncio che arrivava Mestizia Moratti, una donna chiamata tailleur, abbiamo pensato: be’, è una manager, non che sia un mostro di simpatia, ma peggio di Gallera non potrà fare.
Ci sbagliavamo perché, come insegnava Andreotti, a pensare male si fa peccato ma ci si indovina sempre. E infatti, prima è arrivata la sparata sui lombardi che vanno vaccinati prima perché sono più ricchi degli altri (tira più un pil di lumbard…), adesso il clamoroso errore nel calcolare i contagiati, corretto ma smentendo di averlo corretto (“Abbiamo rivalorizzato i dati”, Moratti dixit) e attaccando addirittura l’Istituto Superiore di Sanità, che ha costretto la regione a stare, inutilmente,
per dieci giorni in zona rossa.
Che cos’altro deve succedere prima che gli incapaci vadano a casa?
Cerchiamo di non aspettare l’invasione delle cavallette.